UniAttiva Contro l’Accanimento Economico sui FuoriCorso
Nel mese di giugno 2013 il Consiglio di Amministrazione ha riformulato le contribuzioni aggiuntive sui FuoriCorso…ovviamente in aumento. Al rientro dalle vacanze il CdA presenta una bella sorpresa ai nostri colleghi e con una tabella (con dietro artificiosi calcoli matematici) illustra il rincaro che va da un minimo di 50 € fino a 200 € a seconda della fascia di appartenenza a partire dall’A.A 2014/2015. Il contributo, versato contestualmente alla prima rata, non si applicherà agli studenti che dal V.O passeranno al nuovo ordinamento (leggi qui la delibera)
“Ci rincresce vedere che i rappresentanti degli studenti in CDA sono rimasti inermi davanti a una norma dannosa e stupida, c’è bisogno di far cambiare mentalità all’amministrazione e agli studenti, gli studenti fuoricorso non sono studenti di serie B, bisogna aiutarli a completare il percorso di studi non tassarli ulteriormente – dichiara Ruggero D’Amico – Magari lavorano per pagarsi gli studi, o hanno avuto problemi personali che li hanno indotti a rallentare, magari hanno figli o genitori da accudire, essere fuoricorso non vuol dire automaticamente essere fannulloni e l’iscrizione part-time è una buffonata ben congegnata, inutile così com’è stata concepita”
L’iscrizione part-time, inoltre, non è una reale soluzione della problematica, bensì è un artifizio dell’Università per ridurre gli studenti F.C. (gli iscritti part-time, infatti, non sono considerati dei fuoricorso) non dando loro la possibilità di scegliere. Infatti, se lo studente non riesce a dare almeno un tot di cfu all’anno (12 CFU per il primo e 18 per gli anni successivi) è costretto dal sistema informatico ad immatricolarsi part-time non permettendo, così, nemmeno di partecipare alla BdS dell’ERSU e a tutti i benefici alternativi (contratto part-time e/o sussidi straordinari) non potendo accumulare i CFU utili per accedere ai requisiti negli anni successivi.
Lo studente ha e può avere dei problemi tali che non gli permettano di dare un tot di CFU l’anno, ma è anche vero che lo studente può recuperare e avere la possibilità di rimettersi in linea con i propri studi. Le imposizioni di questo genere non sono in linea con una politica democratica che guarda al diritto allo studio, bensì una vera e propria minaccia per tutti gli studenti. I nostri Ateneo ormai sono diventati delle aziende a tutti gli effetti, la nostra idea di università è pubblica e alla portata di tutti che dia una possibilità di scelta a 360°.
Fabrizio Pitarresi
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